La fede è politica, perché il Vangelo si fa carico di tutto il vissuto dell’umanità in ogni suo aspetto, ma guai a quei politici che usano la fede per legittimare nient’altro se non la propria posizione, il proprio potere, il proprio stesso ego. D’altra parte questa stortura appartiene da sempre alla storia, come dimostrano le vicende dell’epoca in cui visse san Simplicio. Egli, infatti, si trovò a essere Pontefice negli anni in cui cadde l’Impero Romano d’Occidente, con la deposizione nel 476 dell’ultimo imperatore Romolo Augustolo da parte di Odoacre, esponente dell’eresia ariana. Nello stesso momento, però, anche la Chiesa di Oriente viveva un momento difficile, a causa della diffusione dell’eresia monofisita, secondo la quale in Cristo c’era unicamente la natura divina: Basilisco fece leva proprio su questa eresia per animare una rivolta contro l’imperatore d’Oriente, Zenone. Simplicio prese netta posizione contro l’eresia e non esitò neppure a condannare il tentativo di mediazione dello stesso imperatore. Il Papa, inoltre, prestò particolare cura alla vita della Chiesa di Roma, stabilendo turni di presbiteri nelle principali basiliche cimiteriali, restaurando e dedicando chiese; rispettoso della vera arte, salvò dalla distruzione i mosaici pagani della chiesa di Sant’Andrea.
Altri santi. San Vittore, martire; san Macario di Gerusalemme, vescovo (III-IV sec.).
Letture. Romano. Gen 37,3-4.12-13.17-28; Sal 104; Mt 21,33-43.45.
Ambrosiano. Aliturgico.
Bizantino. Gen 8,4-21; Pr 10,31-11,12.
t.me/santoavvenire