Finalmente una verità. I ministri della Cultura non leggono libri. Succede che non abbiano neppure sentito nominare lo scrittore del loro Paese che ha appena ricevuto il premio Nobel. È quanto emerge da un’ intervista all’attuale ministro francese della Cultura, madame Fleur Pellerin. Scandaloso? Forse sì. Immaginabile? Anche. Che i politici, oggi più di ieri, abbiano una naturale tendenza a evitare i libri, lo sapevamo. Se si facesse un’inchiesta fra i nostri parlamentari, ministri e capi partito, ci sarebbero delle belle sorprese. O viceversa, nessuna sorpresa. Per un politico standard leggere libri è una cosa da introversi, malinconici, perdigiorno, rinunciatari, perdenti: gli uomini “veri”, gli uomini d’azione fanno altro. Non è facile però capire che cosa fanno per il bene della nazione e del popolo. La verità è che non solo non leggono, ma fanno anche poco. Si agitano, questo sì. Tengono in mano cellulari e tablet anche durante assemblee e riunioni. Se sono sconfitti e escono di scena, allora un libro (non avendone mai letto uno) lo scrivono loro. Solo che il ministro Pellerin non è un “vero uomo”, è una donna colta, è piuttosto giovane, è francese e in più è ministro della Cultura. Il suo Paese in questo momento, dopo la sua dichiarazione («Da due anni non leggo un libro"») freme di vergogna. E poi, povero Patrick Modiano, ignorato dai ministri del suo Paese nel momento in cui gli svedesi gli assegnano il Nobel. Per il candore con cui ha confessato, Fleur Pellerin può essere lodata. Dicendo un’«aspra verità» (come volevano Danton e Stendhal ) si è dimostrata una vera francese. In quale altro Paese un ministro si sarebbe confessato così? Va anche precisato che lei «è riconosciuta come grande esperta di economia e culture digitali». Già, l’economia: la teologia del dio denaro. E le culture digitali: non una, perfino molte e padrone del futuro. Oggi c’è ancora una minoranza che si scandalizza, ma fra dieci anni non leggere libri sarà normale. La fama letteraria riguarda solo i lettori di letteratura, cioè lo 0,1 per mille degli alfabetizzati.