Più efficienza e qualità, il comparto avicolo continua a crescere
I numeri comunque sono lì a testimoniare. Per quanto riguarda la domanda interna, dice Ismea, basta sapere che il pollo (da solo) ricopre la più importante fetta tra i prodotti carnei consumati nel 2016 (30%). Stesso risultato per i consumi pro capite che con 20,4 chili hanno fatto diventare quella avicola la categoria merceologica più consumata del comparto (la quantità di carne bovina consumata è paria 17,1Kg). Il segno dei tempi è dato anche da altro. Oltre 70% degli acquisti di carni avicole, per esempio, avviene negli iper e supermercati; e viene osservata anche una «evidente espansione» nei discount. Intanto, ambulanti, mercati rionali e liberi servizi hanno visto ridursi la loro quota distributiva a valori oramai residuali.
La maggior parte degli acquirenti approfitta di prodotti in promozione: nel 2016 sono stati oltre il 60% gli acquisti di prodotti spinti da offerte.
Il pollo assume così l'aspetto di una sorta di indicatore sociale di consumo. Sempre secondo Ismea, infatti, polli e galline vengono acquistati particolarmente dai giovani e da chi è oltre i 64 anni. A tentennare sono invece gli acquisti effettuati da categoria con responsabile acquisti in fascia 34/44 anni e indagando tra le fasce di reddito, pare che a ridimensionare gli acquisti di carni avicole siano solo ed esclusivamente quelle famiglie appartenenti alla classe "reddito alto", spesso alla ricerca di prodotti nuovi e alternativi.
In parallelo comunque sono cresciuti la produzione interna e il saldo positivo della bilancia commerciale. Il pollo è poi l'unico prodotto carneo in crescita dal 2006 in maniera costante. E oggi il settore (che occupa circa 64mila persone), per la parte agricola, vale circa 2.700 milioni di euro ai quali si aggiungono altri 5.450 milioni per la parte industriale.