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"Pinzillacchere" antireligione: «Ma ci faccia il piacere!»

Gianni Gennari mercoledì 31 agosto 2011
Alla scuola di Totò: "Pinzillacchere"! "Corsera" lunedì (29/8, p. 40: «Costruire il nemico di fede diversa con la Corporation della paura») Marco Ventura diffida giustamente di ogni uso ideologico della religione che instilli odio e divisione nel mondo, e segnala che «un maccartismo anti islamico è nell'aria per davvero». Ha ragione, ma in conclusione si allarga, e sentenzia che oggi «vi è drammatica carenza, e vitale bisogno, di una critica aperta, disinteressata, intelligente, di ogni religione». «Ogni religione»? Ventura sicuro. E l'antireligione diffusa, ancora ideologica e di regime (Cina, Vietnam del Nord, ecc.) figlia dell'ateismo imposto per legge? E per stare in casa è sicuro, Ventura, che «nell'aria» dalle nostre parti la critica «anticristiana e anticattolica» sia proprio «drammaticamente assente»? Legge, Ventura? Sente? Vede bene? Direbbe Totò: «Ma ci faccia il piacere!». Veda per esempio che lunedì "Repubblica" (p. 19: «Il caso… La rivolta contro Ratzinger») ha già iniziato la campagna preventiva – manca quasi un mese! – contro la visita di Benedetto XVI in Germania. Irriducibili, loro: ci hanno provato sempre, dal 2005 e da ultimo per il viaggio in Spagna, a sparare in anticipo contro, con solenni fallimenti successivi talora persino riconosciuti, anche recentissimi, ma subito dimenticati per riprendere a ogni occasione, come un riflesso pavloviano irrefrenabile. Sono fatti così, da certe parti. Perciò domenica ("Il Fatto", p. 14: «La tonaca e il compasso») Angelo D'Orsi – chiara fama di apologeta nostalgico del comunismo reale – citando a sproposito "Avvenire" sentenzia che da noi «Chiesa e Massoneria non si sono mai pestate i piedi», per «spartirsi» il potere. Letto su qualche memoria del Kgb? No! Nostalgie di "Fatto".