Ieri sul "Corsera" (p. 43) Giorgio De Rienzo che ha scoperto in ritardo di anni che il cardinale Giacomo Biffi ha scritto e persino pubblicato un libro su Pinocchio. Succede: per mestiere si ha il vezzo di non leggere o di leggere in ritardo, ma poi si scrive sentendosi primi, se non unici. Lui è indignato perché a Genova "da oggi all'8 aprile (vigilia delle elezioni! Qui gatta ci cova" Ndr) - come scrive lì accanto agrodolce Giuseppina Manin - si reciterà in chiesa il "Pinocchio" di Collodi "nella versione ispirata al saggio del cardinale Biffi, complice la diocesi di Genova e con la benedizione di un paio di cardinali". "Complice"? E il delitto: ecco Pinocchio "diventare Burattino di Dio"! Inaudito! Peggio delle vignette danesi, e al rovescio! E De Rienzo esplode: si apre la giacca laica, scopre la maglietta con le sue indignazioni e scrive il suo "Controcanto", fin dal titolo scoperta scientifica e indignazione pura: "Ma la parola 'chiesa' non compare nel testo"! Ci risiamo, insomma: i soliti preti entrano a gamba tesa anche nel laicissimo romanzo di Collodi! E quello era "anticlericale dichiarato", "escludeva ogni interferenza religiosa" e anche la Fata, persino la Fata, tutta "laica" era! Un'offesa atroce" con conclusione gentile, tipo Togliatti contro De Gasperi, o Krusciov con la scarpa all'Onu. De Rienzo, indignato speciale, vuol passare la sua ira a Pinocchio: "piedi duri, di legno stagionato", buoni per dare "un bel calcio a chi non lo rispetta". È buono e caro, lui, ma pronto a tutto per impedire a Pinocchio il ratto dei preti. Burattini in pagina: il De Rienzo furioso"