Il male dell'Europa, con tutte le sue terribili conseguenze, è derivato proprio dal fatto che la vita spirituale ha ristagnato, diventando pigra e sonnolenta, e che in questa atmosfera il fascismo e il nazismo hanno potuto far risuonare fra le masse i loro slogan, cercando di risvegliare gli istinti più oscuri.
Le cerimonie nazionali di ieri, come quelle di altre occasioni civili, hanno una loro ritualità solenne che però rivela spesso un aspetto ingessato, abitudinario, «commemorativo». È questo un rischio che può essere corso anche dalla stessa liturgia, come attesta nella Bibbia il monito costante dei profeti o l'appello di s. Paolo a offrire «i corpi», ossia la vita come «sacrificio vivente, santo e gradito a Dio» (Romani 12, 1). Sì, c'è infatti sempre in agguato nella vita sociale e in quella spirituale la tentazione del ristagno, della consuetudine, del rito senza la vita, della moda senza anima, dell'«atmosfera pigra e sonnolenta».
Ecco, sono proprio questi due aggettivi significativi ad essere usati dallo scrittore tedesco Alfred Döblin (1878-1957) nell'opera L'anello oscuro. Essi bollano un'Europa stanca, invecchiata, non più alimentata dalle radici vigorose del suo passato glorioso, pronta a lasciar germogliare veleni e zizzanie, come era accaduto col nazismo, col fascismo e col comunismo di stato. Quando si è simili a scorze rinsecchite, a conchiglie svuotate, è facile che lo spazio vuoto venga ricolmato di segatura o di echi di slogan e di luoghi comuni. Questo ritratto vale anche per l'Europa di oggi e vale pure per l'esperienza di molte persone sempre più ingrigite e superficiali. È necessario un sussulto, un risveglio per ritrovare l'anima autentica sepolta nel torpore.