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Pietro di Anagni. L'incessante riforma del testimone di Cristo

Matteo Liut martedì 3 agosto 2021
La Chiesa è un continuo "cantiere" aperto, un cammino nella storia la cui cifra è la riforma incessante alla ricerca di un modo efficace di testimoniare Dio nel proprio tempo. Ecco perché i grandi riformatori e i loro discepoli vengono celebrati e ricordati: essi sono l'icona del cristiano che s'impegna ogni giorno a testimoniare l'amore di Dio con la propria vita. Così visse san Pietro di Anagni, che da vescovo diede sostanza alla riforma gregoriana nella propria diocesi. Era nato nell'XI secolo nella famiglia longobarda dei principi di Salerno; rimasto orfano, fu affidato ai monaci del monastero salernitano di San Benedetto. Il cardinale Ildebrando di Soana, poi, lo scelse per diventare cappellano per papa Alessandro II. E fu proprio ques'ultimo Pontefice a volerlo vescovo di Anagni e a consacrarlo. Nella città laziale si dedicò alla costruzione della Cattedrale e alla riforma della vita del clero, ravvivò il culto del martire san Magno e difese i beni ecclesiastici da indebite ingerenze esterne. Morì nel 1105.
Altri santi. Sant'Aspreno di Napoli, vescovo (I-II sec.); san Martino, eremita (500-580).
Letture. Romano. Nm 12,1-13; Sal 50; Mt 14,22-36.
Ambrosiano. 1Re 6,1-3.14-23.30-38;7,15a.21; Sal 25 (26); Lc 11,29-30.
Bizantino. 2Cor 2,14-3,23-28; Mt 23,23-28.