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Piccoli martiri

Marina Terragni mercoledì 30 ottobre 2019
Ogni 20 ottobre il cuore si rimette a sanguinare. Sangue vivo, come se per miracolo tornasse fluido in quel momento. La memoria dei pochi sopravvissuti è vivida, precisa, gli orologi fermi su quella mattina del 1944. Ore 11.14 l'Allarme Piccolo, i bambini della scuola elementare Francesco Crispi (Gorla-Milano) che si affrettano verso il rifugio, allegri come uccellini. Ormai sono abituati. 11.24, l'Allarme Grande. I 35 aerei alleati rombano in cielo, 451º Bomb Group, colonnello James B. Knapp. 11.29, vengono sganciate 342 bombe. Una bomba - una sola - nella tromba delle scale della scuola.
184 gli scolari morti, 14 gli insegnanti, 4 i bidelli, oltre a un'assistente e alla direttrice. 614 i civili uccisi nel quartiere. La contabilità è questa. Dovevano colpire la Breda, fu un errore di rotta. Il colonnello Knapp decise di sganciare lo stesso. Il “danno collaterale” fu enorme. Gli americani non si sono mai scusati, il sindaco Beppe Sala chiederà alla console che queste scuse finalmente arrivino, 75 anni dopo.
La chiesa è gremita per la commemorazione. La comunità torna a stringersi. Altri bambini stanno morendo a 3mila km di lì, un giorno e mezzo di macchina, il dolore si fa più denso. Non si dimentica. Il male della guerra si perpetua per generazioni. Lo dico a ragion veduta, figlia del figlio inconsolabile di una madre innocente uccisa il 20 ottobre.