Perle e burle: «il divino Spinoza» e la (speciale) «company» del Papa
È libertà, come lo è sempre ieri sul "Fatto" (p.7 intera) la riflessione di Roberto Faenza su «Roma spelacchiata da 60 anni (almeno)». Io, essendo a Roma «da 60 anni (almeno)», tra le tante cose pensate e scritte da Faenza trovo che il tutto o quasi ricicla un pensiero – meglio: un'opinione – di Marco D'Eramo pubblicata su "New Left Review": «Il Vaticano è la company di cui Roma è la town», che però di "nuovo" ha proprio niente, e da cui risulterebbe che tutto il vero "spelacchiamento" si riduce al danno apportato a Roma dalla «presenza pervasiva del Vaticano, il vero dominus di Roma», con elenco unilaterale dei presunti "mali di Roma". Che dire? Niente, salvo chiedere a Faenza e amici cosa sarebbe Roma, oggi, se da duemila anni non ci fosse la realtà vera e molteplice della presenza del Successore di Pietro o, se si vuole, del Vaticano. Attendiamo il prossimo numero di "New Left Revue", o anche del "Fatto Quotidiano"?