Ci eravamo un po' rilassati. Ma ieri sera Real Time ci ha riportato, più che al tempo reale, alla realtà del nostro tempo. Quella di una tv che continua a fare la ruffiana, nel senso letterale individuato dalla Treccani di colei che agevola gli amori altrui. Se di amori realmente si trattasse. In ogni caso, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, in tv ormai si va per fare tutto. Certamente per cercare il fidanzato o la fidanzata, il compagno o la compagna, il marito o la moglie. Ai reality, docu-reality, dating show di tutti i tipi sulla coppia si è appena aggiunto un fixed-rig, che non sarebbe altro che un altro dating show «con telecamere nascoste, per cui nessuno della troupe – stando al comunicato della produzione – ha modo di intervenire o interagire» con quello che accade «ogni istante». Resta però da dire ogni istante di cosa. Infatti, non abbiamo detto che stiamo parlando di Primo appuntamento, in onda il martedì alle 21.10, che in ogni episodio propone cinque coppie di sconosciuti che per conoscersi si ritrovano a cena in un elegante ristorante romano condotto dal maître Valerio Capriotti. Alla fine della serata decideranno se approfondire o meno la conoscenza (anche in senso biblico, si presume, in qualche caso). «Chi entra nel nostro ristorante cerca l'amore – annuncia con enfasi il maître –, ma cosa succederà dopo dipenderà solo da loro». In realtà dipende molto dagli autori, perché le situazioni sono tutt'altro che naturali. A partire dagli accoppiamenti, che non sono determinati solo dell'età, che può essere naturale, ma anche da altre caratteristiche. Non è un caso che nel primo episodio sia stato dato molto più spazio alla coppia dei belli e sexy, rispetto a quella del timido balbuziente e dell'ex malata o degli anziani: lei 76 anni, lui 78 (che tristezza, ma chi gliel'ha fatto fare?). Poco credibile anche il “no” di un lui di fronte a una lei sicuramente meglio di lui. Un po' tutti recitano la loro parte. Ma anche a volerla prendere alla leggera, come forse il programma vorrebbe, ci è difficile accettare idee così vaghe e superficiali sull'amore, che ancora una volta non fanno altro che banalizzarlo. C'è anche da chiedersi come una società di produzione televisiva come la “Stand by me” possa realizzare Sconosciuti e I ragazzi del Bambino Gesù e poi perdersi nel Primo appuntamento.