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Perché dal settore alimentare può davvero ripartire la ripresa

Andrea Zaghi domenica 22 giugno 2014
Nonostante alcuni dati positivi, si è toccato il fondo dei consumi alimentari. Il tema è di quelli già noti, ma è importante tornare a ragionare sulla strana situazione che vivono l'industria alimentare e l'agroalimentare nel nostro Paese. Tutto ruota attorno al potere d'acquisto degli italiani e agli 80 euro in più che una parte della popolazione dovrebbe ricevere. Stando a Prometeia è possibile stimare infatti per l'anno in corso un aumento dei consumi dello 0,5%, spinto proprio dal bonus di 80 euro deciso dal governo che andrà soprattutto verso quei beni e servizi - come alimentari e spese per la casa - che incidono in maniera rilevante sulla spesa delle famiglie. Si tratterebbe di una boccata d'ossigeno per una situazione ormai al limite del sostenibile.Coldiretti a questo proposito ricorda non delle stime ma dei numeri reali: l'effetto più eclatante della riduzione del potere di acquisto degli italiani è stato il taglio nei consumi alimentari, che nel 2014 hanno toccato il fondo e sono tornati indietro di oltre 30 anni. In questi mesi, per esempio, gli acquisti di pasta sono scesi del 5%, quelli di olio extravergine del 4%, quelli di verdura fresca anche meno. Più in generale, pare che siano stati proprio i prodotti della dieta mediterranea a subire i colpi più pesanti della crisi. Nel secondo semestre dell'anno, invece, le cose dovrebbero cambiare aspetto. In effetti, in attesa di numeri reali che confermino le stime generali, qualche indicazione positiva esiste già: Istat e Coldiretti, per esempio, hanno segnalato che a trainare la ripresa del fatturato industriale ad aprile è stato l'alimentare, che ha fatto registrare un balzo record del 7,2% rispetto allo scorso anno. Un buon risultato dovuto, secondo gli osservatori del settore, a due cose: da una parte, l'attaccamento degli italiani alle tradizioni enogastronomiche durante le feste, dall'altra ai buoni risultati sui mercati esteri che continuano a premiare le nostre produzioni migliori. Ma ciò che conta di più è adesso la visione generale della situazione. L'agroalimentare e l'agroindustria, infatti, si trovano nel mezzo di un cammino complesso e delicato. È d'altra parte una condizione comune al resto dell'economia nazionale. È facile scivolare nuovamente nella crisi, mentre è più difficile continuare lungo la strada della ripresa e dell'aumento della produzione e del giro d'affari. Oltre a sfruttare gli effetti positivi degli 80 euro occorrerà certamente lavorare molto, tutti insieme, sugli elementi di grande competitività che agricoltura e agroindustria possono mettere a disposizione.