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Per storia (e fatto personale): tra Teresina e Marco Aurelio

Gianni Gennari martedì 31 maggio 2016
«Padiglione Italia. Brosio a Medjugorie, visioni di uno showman»: Sul Corsera (29/5) Aldo Grasso: «A Paolo Brosio è apparsa la Madonna. Beato lui». Ironizza sul darsi da fare di Brosio, che da Medjugorie mette in rete una foto confusa di una pretesa apparizione di Maria. È libertà? Sì, ma poi arriva un paragone tra Brosio e «la mistica Teresa di Lisieux», perché Grasso cita un passo della “Storia di un'anima” (Man. A, f. 31: se può essere utile il mio “Teresa di Lisieux, Il fascino della santità”, ed. Lindau, 2012, p 196) ove Teresa parla di «un sorriso» di una statua di Maria che lei, ammalata grave e con previsione di morte, vide nella sua cameretta. Per la storia va aggiunto che a quel «sorriso» seguì immediata guarigione, ma soprattutto, lo segnalo a Grasso, il fatto che Teresa aggiunge di aver deciso il silenzio totale – «Non lo dirò mai a nessuno» – e che «le domande in merito» a quella guarigione da parte delle sue sorelle di Carmelo «mi turbavano e mi addoloravano, e io non potevo dire che una sola cosa: “La Santa Vergine mi era parsa bellissima”». Tutto qui, per Teresa. Il paragone tra l'entusiasta showman e Teresa di Lisieux, dispiace per Grasso, è per lo meno improprio. Altro? Sì. «Grande Circo Campidoglio» (“Espresso”, 19/5, pp. 14-16) ove trovi la certezza di uno schieramento del «Vicariato di Roma» e del «cardinale vicario» in persona, addirittura «con qualche buon aggancio con Papa Francesco» dalla parte di un candidato alle Comunali prossime, mentre un altro cardinale importante «è sembrato benedire altro». Che dire? Certi “laici” nostrani non guariranno mai: senza un prete da mescolare alle loro fantasie politiche non riescono a stare. Dopo Porta Pia, dopo l'articolo 7 della Costituzione, finita la Prima Repubblica, boccheggiante la Seconda? Niente! Più bronzei del cavallo di Marco Aurelio.