A quanto pare è esistita una morte «classica»", a cui sta subentrando, da ora al futuro, una morte neutralizzata e in mutazione come l'intera antropologia del genere umano. All'attenzione di un critico letterario filosoficamente ispirato come George Steiner, un tale fenomeno non poteva sfuggire. Al centro delle riflessioni di Steiner c'è sempre stata «la fine della tragedia», l'insufficienza della cultura contemporanea di fronte all'entità delle tragedie storiche che hanno devastato il Novecento. Se è vero che «la storia dell'umanità è piena di massacri, distruzioni di massa, genocidi, pulizie etniche», dalla distruzione di Troia alle stragi compiute da Unni e Vandali fino alla guerra dei Trent'anni e alla guerra civile americana, è altrettanto vero che il Novecento ha raggiunto un culmine: prima con i trentamila morti in un giorno solo nella battaglia sulla Somme della prima guerra mondiale, poi con la Shoah, i Gulag, Hiroshima, il bombardamento di Dresda, le stragi di Mao e Pol Pot.Il paradosso agghiacciante, secondo Steiner, è che questi eventi hanno quantitativamente, statisticamente «svalutato la morte». Nel suo saggio
La morte sta morendo? (che chiude l'almanacco filosofico di "Micromega" 1/2013) il critico franco-inglese parte da queste premesse per concludere con un'ipotesi: questa svalutazione della morte oggi «coincide con l'impressionante spiegamento di forze delle scienze biologiche». La scoperta del genoma umano ha immediatamente aperto la strada a una strategia di «manipolazioni neurologiche e biochimiche, con conseguenze sociali di fatto incalcolabili. Dal concepimento in poi, la persona umana è vista come un materiale grezzo da correggere».L'umanità ha sempre cercato di migliorare se stessa, sia con l'introspezione morale che con la produzione di utensili e protesi tecnologiche. Ora sta programmando di migliorarsi facendo a meno della coscienza e trasferendo l'intervento tecnologico dal mondo esterno alla base biologica e mentale dell'essere umano. Trapianti, farmacologia, clonazione, eugenetica, eutanasia, inseminazione artificiale. «La morte diventa asettica», scrive Steiner. Ma è facile che così diventi asettica anche la vita.