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Per il bene comune, sopra le convenienze, oltre gli opportunismi

Maria Romana De Gasperi sabato 1 dicembre 2012
Una pioggia continua, sferzante e fredda colpiva la campagna, le case lungo la strada che si vedevano appena, la macchina che mi portava a Sora. Era già tardi e non c'era tempo per visitare la città: solo uno sguardo da lontano alla grande cattedrale, alle strade illuminate, ai negozi con i primi preparativi per il Natale, ma tutto sotto il velo denso di una bufera d'acqua e di vento. Il tema proposto ai relatori del Festival della dottrina sociale cristiana, al secondo giorno dei lavori, era affascinante: dignità e coscienza dell'uomo. L'evento promosso dal Comitato dello sviluppo dell'associazionismo laicale, gruppo di associazioni cattoliche impegnate in provincia di Frosinone, fa parte di quegli incontri che da qualche anno pongono il mondo cattolico di nuovo partecipe nell'interesse dei giovani alla politica. Sono luci che si accendono in un mondo che sembra rassegnato al non fare, a non opporsi, a non crescere, in un individualismo che vive di internet, dove si può discutere anche senza l'impegno del proprio viso. «Noi vogliamo scuotere le coscienze – dice il presidente del Comitato – vogliamo percorrere la strada della sobrietà, della rivoluzione morale... Vogliamo parlare al cuore, stimolare comportamenti nuovi». Oggi abbiamo bisogno di persone che nella pratica politica abbiano presente la dottrina sociale cristiana che mette l'uomo e la sua dignità al di sopra della convenienza, dell'opportunismo, del bene personale. Facile è stato per me ricordare quanto fosse presente nella vita di De Gasperi la dignità anche nelle situazioni più ardue. Alcuni fogli manoscritti raccontano di un interrogatorio fatto dai fascisti a Vicenza, di notte, dopo averlo prelevato dalla sua casa, in mezzo a parole di violenza e di vendetta. Risponde con dignità e coraggio senza minimizzare la propria fede e il lavoro fatto per difendere la libertà. Viene salvato casualmente da un presente, che assicura il gruppo di pensare lui stesso a mettere a tacere per sempre questo avversario del regime. Poi lo lascia libero. Dignità anche quando ricorda al mondo giovane: «Ho condotto la lotta al fascismo fino in fondo ed ho voluto che il Partito Popolare morisse onoratamente per essere sicuro della sua rinascita». Dignità e buona coscienza anche dopo una guerra perduta, nel difendere l'Italia davanti ai vincitori: «Per mesi ho atteso invano di potervi esprimere il pensiero dell'Italia sulle condizioni della pace... ho fatto uno sforzo per contenere il sentimento e dominare la parola». Un amico scomparso da tempo, richiesto di una parola per ricordare De Gasperi, scriveva: «Tutto era buio attorno a noi ed egli accese una luce. I giganti vanno soli per la via della vita anche quando la folla li stringe, li esalta, li innalza. Vanno soli e arrivano anche al di là del suo termine, l'eternità».