Lunedì 27 novembre il Tg1 delle 20 apre sulla Coppa Davis vinta dall’Italia (notizia fra l’altro del giorno prima) con in studio il presidente della Federazione, Angelo Binaghi, e Amadeus per parlare, oltre che di tennis, di Sanremo grazie anche al fatto che Matteo Arnaldi, vincitore del primo singolare contro l’Australia, è originario della città del Festival. La guerra Israele-Hamas e quella in Ucraina con tanto di uragano che ha colpito le zone al confine con la Russia, passano in secondo piano assieme alla politica interna. Alla Davis e a Sanremo, compresa la telefonata di Fiorello come se il telegiornale fosse uno show qualsiasi, vengono dedicati i primi 8 minuti e poi altri 9 nel finale: in totale 17 minuti, praticamente metà dell’intero tg. A questo punto, per rimanere in casa Rai, in attesa che i suoi telegiornali rivedano la gerarchia delle notizie, ci auguriamo che rimangano in piedi i programmi giornalistici come i confermati Presa diretta e Report (pur con tutti i limiti di quest’ultimo) o i nuovi come XXI secolo e Farwest partito proprio lunedì scorso in prima serata su Rai 3, scritto e condotto da Salvo Sottile, che racconta i «farwest» di casa nostra, i territori senza regole, che mettono a rischio convivenza civile e democrazia. Ecco allora il tornare sull’uccisione di Borsellino e della sua scorta con novità sugli affari della mafia con la grande imprenditoria del Nord, oppure i misfatti del superbonus edilizio fino al caso di revenge porn di un calciatore del Torino. Con lo stile inconfondibile e l’attenzione al ritmo senza però farsi prendere dalla frenesia, Sottile si avvale dei reportage di alcuni giovani cronisti (incalzanti quanto basta, ma non inutilmente aggressivi come in altri programmi del genere) che alterna a interviste in studio dove gli ospiti hanno la possibilità di parlare senza interruzioni (anche questa è una notizia).
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