I ministri di culto assicurati al Fondo clero godono di ottima considerazione all'interno dell'Inps. È quanto si ricava da una delle ultime note operative dell'ente, il messaggio 4294/2014. Benchè gli importi delle pensioni dei sacerdoti cattolici e degli altri ministri siano da sempre ai minimi livelli (in triste compagnia con le pensioni di altri milioni di italiani), l'occhio della previdenza vi intravede ora redditi di alto rango, in realtà del tutto sconosciuti alla totalità della categoria sacerdotale.La nota dell'Istituto di previdenza prende le mosse dalla legge di stabilità per il 2014, che ha istituito un contributo di solidarietà sulle pensioni liquidate in forma obbligatoria (dipendenti, autonomi, collaboratori ecc). Questo però solo sugli importi che superano almeno di 14 volte il trattamento minimo Inps, ora in pagamento a 501,38 euro mensili oppure 6.517,94 l'anno. Il contributo di solidarietà è applicato, a partire da questa rata di maggio, con l'aliquota del 6% sulla quota di pensione compresa tra 91.251 e 130.358 euro; aliquote più alte sono previste su importi ancora maggiori. Non sono molti gli assegni di tutta la previdenza di importo tale da essere soggetti al contributo di solidarietà. Tuttavia la legge considera, in carico al pensionato, anche gli eventuali importi di altre pensioni, da enti diversi dall'Inps oppure dalle varie casse dei liberi professionisti, come risultano dal Casellario centrale dei pensionati. Sono esclusi dalla solidarietà solo i trattamenti di assistenziali (invalidità, accompagno ecc.), alle vittime del terrorismo e le pensioni integrative.La nuova ritenuta viene "girata" dall'Inps alla stessa Gestione che ha in carico la pensione. Per le rilevazioni contabili è stato istituito, tra gli altri, il conto CLR22183 riservato al Fondo di previdenza per il clero. Anche le procedure di lavorazione delle pensioni sono state aggiornate per individuare «i soggetti per i quali vengono rilevate le condizioni di applicabilità» del nuovo contributo. L'applicabilità ai ministri di culto è in realtà tutta da dimostrare. L'Inps già conosce infatti che la pensione più alta dei sacerdoti non supera i 620 euro mensili lordi, quindi senza alcun collegamento al contributo del 6%. Supponendo che il "don" possa essere titolare di un'altra pensione obbligatoria, questa, per essere soggetta al contributo, dovrebbe avere un importo mensile lordo di almeno 6.399 euro (pari a 91.251 euro annuali). L'Inps conosce inoltre che, con due pensioni, il sacerdote è sempre soggetto a subire anche la riduzione di un terzo della pensione clero.