Pensioni, a scuola siamo già al 2023
Il termine ultimo per avviare le cessazioni dal servizio non riesce purtroppo a trovare una collocazione fissa nel corso dell’anno. Questa volta l’indicazione del Ministero in questione è stata data con uno straordinario anticipo, all’insegna dell’efficienza e per consentire agli uffici un congruo lasso di tempo per l’aggiornamento dei dati matricolari dei docenti in uscita nel prossimo anno scolastico. D’altro lato però l’anticipo ha costretto gli aspiranti alla pensione a decidersi a dodici mesi di distanza dal settembre 2023 (negli anni passati sono stati 6-8 mesi), con un maggior margine di incertezza sul proprio futuro. In questa tornata si aggiunge che sono previste modifiche e aggiustamenti ai canali di uscita dal lavoro e che a settembre 2023 saranno già operativi. Il buio di oggi sulle regole future suggerisce, dopo la nuova legge di Bilancio, una riapertura della scadenza per le cessazioni dal servizio (come già avvenuto in occasione di Quota 100), per consentire agli attuali pensionandi “ivi compresi i docenti di religione “ di optare per scelte pensionistiche più favorevoli alla propria situazione. Non hanno invece incertezze o ripensamenti i docenti che al 31 agosto 2023 avranno raggiunto i 67 anni di età e, secondo le norme della previdenza, costretti a lasciare il servizio avendo maturato i requisiti minimi per l’assegno mensile. A questi docenti è richiesta invece una domanda formale di cessazione qualora raggiungano i 67 anni tra settembre e dicembre 2023. Per tutto il personale della scuola la pensione è vincolata alla espressa domanda all’Inps da presentare in via telematica entro l’estate 2023. © riproduzione riservata