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Pensare con i piedi. Milan, a Fonseca vogliono già fare le scarpe

Massimiliano Castellani lunedì 2 settembre 2024

Kosta poco rende molto. Lo ribadiamo fino alla nausea dopo 270 minuti dall’inizio del campionato di Serie A ogni giudizio, positivo o negativo che sia, è precocissimo. Però Kosta Runjaic, allenatore viennese di nascita, di famiglia croata e con passaporto tedesco è la novità più interessante del pronti via. La sua Udinese dopo aver battuto la Lazio concede il bis con il Como grandi firme, a cominciare dalla panchina di Fabregas, e si installa al comando fino alla ripresa del campionato (pausa per la Nazionale si riprenderà il 15 settembre). Un primato quello dei friulani condiviso con l’Inter che conferma di avere una marcia in più.

Con un Lautaro Martinez maradoneggiante, coadiuvato da sua euforia Marcus Thuram e una doppia rosa a disposizione di Simone Inzaghi, sarà molto difficile strappare lo scudetto dal petto dei nerazzurri. Non ce la farà certo il Toro d’assalto di Vanoli, altra capolista a sorpresa che con un goccio chanel di Coco compie il blitz a Marassi contro il Genoa e si piazza in cima alla classifica a 7 punti, appunto con Inter e Udinese e i cugini della Juventus. I bianconeri di Thiago Motta deludono un po' contro la Roma spuntata di De Rossi. Ci si aspettava una Juve fresca, giovanile e pimpante, mentre quella vista con i giallorossi sembrava una delle versioni apatiche dell’ultima era Allegri: tanti bei nomi, ma la fantasia non è più al potere e la muscolarità imperante non solo depenna la voce spettacolo, ma non porta neanche la vittoria. Dietro al quartetto delle prime si fa sentire il Napoli di Antonio Conte che può subito festeggiare l’arrivo del figliol prodigo Lukaku.

Il bomber nigeriano si presenta al Maradona con un gol- vittoria ai danni del Parma che fa sperare in un’altra grappolata di reti in doppia cifra che manderebbe in orbita il razzo partenopeo. Morale alle stelle per tutti gli azzurri di FantAntonio, tranne che per il povero Neres, il migliore in campo con il Parma, dopo la partita si è visto derubare del Rolex da 100mila euro con i ladri che a lui e alla fidanzata hanno puntato la pistola contro rompendo i vetri dell’auto. Scene da un messico napoletano già vissute in passato da altri calciatori del club del cinepresidente De Laurentiis, a partire dalla ex bandiera Marekiaro Hamsik. Velo pietoso su questi gesti da ultimo stadio. Tornando al campo dopo tre giornate la prima minicrisi è quella del Milan di Fonseca.

Il tecnico portoghese in 270 minuti ha rivoluzionato continuamente la difesa provando ben 8 giocatori diversi nello schieramento a 4. Risultato: una sconfitta e due pareggi. L’ultimo all’Olimpico con la Lazio è stato un pari ottenuto grazie al subentrato Leao che assieme a Theo Hernandez era partito dalla panchina come chiaro messaggio punitivo da parte del mister lusitano: non c’è più Pioli, ora ci sono io che comando e decido chi gioca e chi va in panca. I rossoneri soffrono degli stessi mali della scorsa stagione, centrocampo che non filtra e difesa in costante affanno. Servirebbe una strigliata allo spogliatoio, magari una di quelle energiche alla Ibra, ma Zlatan il terribile, braccio destro e anche armato della proprietà, pare si sia preso qualche giorno di ferie e non ha tempo per andare a catechizzare alla sua maniera il Milan semi-ammutinato di questo avvio di stagione.

Alla ripresa a San Siro luci su Milan-Venezia, un test importante per capire dove sta andando il nuovo corso Fonseca che al momento ricorda tanto il Garcia, sergente triste e solitario del Napoli dello scorso anno che venne esonerato a novembre. Al tecnico di Maputo auguriamo di non fare la stessa fine e di mangiare il panettone meneghino, ma con quel cognome lì, Fonseca, c’è chi pensa già di fargli le scarpe.