La Rai continua a saggiare il terreno di RaiPlay. Dopo la promozione quasi assillante di Fiorello e qualche esperimento con serie vere e proprie come Liberi tutti, ecco ora una serie un po' diversa dalle altre, nella durata e nella costruzione. Si tratta di Passeggeri notturni, 10 episodi di appena 13 minuti ciascuno (tutti disponibili da martedì scorso sulla piattaforma online), solo in parte conclusi in se stessi, con una storia che li attraversa dal primo all'ultimo. In poche parole c'è una storia principale e ce ne sono altre secondarie. Così come c'è un protagonista principale intorno al quale ruotano gli altri personaggi. Lui si chiama Enrico ed è il conduttore radiofonico di una trasmissione serale di grande successo in cui gli ascoltatori raccontano in diretta telefonica le proprie vicende personali. Gli autori delle telefonate, ma non solo loro, diventano i protagonisti secondari dando vita direttamente ai fatti che stanno raccontando. La serie, per il momento in esclusiva su RaiPlay in attesa di una versione unica di 90 minuti in onda il 20 marzo su Rai 3, è ispirata alle raccolte Passeggeri notturni (Einaudi, 2016) e Non esiste saggezza (Rizzoli, 2010) di Gianrico Carofiglio, che ha partecipato in prima persona al progetto come supervisore. Il protagonista principale è Claudio Gioè, che più che il fisico, vista anche la professione del personaggio che interpreta, sfrutta la voce avvolgente per dare pathos alle storie, che volutamente non anticipiamo, ma che riguardano tutte la giustizia nelle sue molteplici sfaccettature, unendo il racconto psicologico e letterario a temi contemporanei come la violenza sulle donne o il bullismo. Con l'aggiunta di elementi di suspense che rendono avvincente la narrazione. Per cui se il formato di 13 minuti è tipicamente digitale, la struttura del racconto spinge alla visione dei dieci episodi di fila (che fra l'altro, messi insieme, durano meno di una normale prima serata) per il più classico «voglio vedere coma va a finire». Il che vuol dire che la serie, ben diretta da Riccardo Grandi, funziona. Ciò non toglie che la Rai si debba chiedere se questo è realmente il modo di fruizione previsto per un prodotto del genere sulla piattaforma online.