Tra innumerevoli intuizioni geniali, Leonardo Da Vinci conta l’aver compreso la visione nelle sue implicazioni anche morali. Cruciale l’insistenza sul vedere come atto di selezione. Da un lato la visione esclude ogni fretta, qualsiasi sbrigativa corrività; dall’altro si pone come processo per necessità esclusivo, condannato a una fatale non simultaneità con alcun’altra azione. «Se vuoi aver vera notizia delle forme delle cose, comincerai dalle particole di quelle» è il consiglio ai giovani aspiranti pittori nel Trattato sulla pittura. Un essere assolutamente specifici che di seguito Leonardo estende al processo stesso del leggere: solo concentrandosi su una parola alla volta, solo decriptandola lettera per lettera, ci diverrà possibile comprenderla. La visione è selettiva per definizione: chiede un’attenzione assoluta, incondizionata – al pari della modestia che la visione ci richiede, capaci ogni volta di cominciare da capo. «Una cosa per volta» vale per il processo visivo forse più che per qualsiasi altro. Leggere è lento, della stessa lentezza che è dell’assaporare il senso delle parole. Comprendere è cauta attesa che ogni «particola» giunga a comporre il suo insieme. Un monito, oltre che un precetto. Un viatico per vivere meglio, tutti. Attenti, selettivi, solo così la realtà potrà essere vista per quel che è.
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