Pagine straripanti di «onore» e alcuni piccoli titoli-capolavoro
Poi ci sono i titoli che si rivelano piccoli capolavori, chissà se voluti o involontari. Quella della rubrica di Massimo Gramellini sulla prima del “Corriere” (17/9) è un fragoroso ossimoro: «Talebani distensivi», un po' come l'olio che fa dimagrire o la meringata per diabetici. Delizioso quello della rubrica di Concita De Gregorio sulla “Repubblica” (17/9): «I vecchi sono pericolosi». Uno si immagina un over 70 a bordo di una Harley Davidson in giubbotto di pelle con le frange, ma no, pericolosi «nel senso di liberi, impermeabili al giudizio» perché più il futuro si restringe, meno potenti devono lusingare per ottenere posti e prebende. E già che ci siamo avventurati tra le rubriche, amate e odiate, non può mancare Michele Serra (“Repubblica”, 17/9) con «Il ricatto della tradizione», che non può essere «un macigno da onorare in eterno (...). Le tradizioni vanno sottoposte al vaglio dei tempi, e dell'intelligenza che è irrequieta, e cambia. Se sono luminose e gentili, vanno appassionatamente tutelate. Se sono odiose, vanno sepolte senza rimpianti». Vallo a spiegare ai talebani distensivi.