La libertà di dichiarare il nome di Colui nel quale crediamo e che ha trasformato la nostra vita è un bene che diamo troppe volte per scontato. Un bene per il quale molti padri nella fede hanno donato la propria vita. Così fece sant’Oliver (Oliviero) Plunkett, arcivescovo di Armagh nel XVII secolo, il cui sangue, versato da martire, appartiene al patrimonio storico e religioso dell’Irlanda. Il suo impegno di padre e pastore si scontrò con gli interessi di parte e con le mire di chi voleva usare la religione per arrivare al potere: accusato per un inesistente “complotto cattolico”, venne condannato e portato sul patibolo a Londra nel 1681. Era nato a Lougherew in Irlanda nel 1625 e aveva studiato a Roma al Collegio irlandese, insegnando poi per 12 anni all’Urbaniana. Fu ordinato prete nella cappella dell’Ateneo missionario nel 1654 da un vescovo irlandese in esilio per la persecuzione di Oliver Cromwell. Nel 1669 fu scelto come arcivescovo di Armagh, primate d’Irlanda, e venne ordinato a Gand, in Belgio. Dopo la morte di Cromwell, con il regno di Carlo II il clima in patria mutò e nel 1670 Plunkett poté tornare in Irlanda, dedicandosi a un inteso apostolato in mezzo alla sua gente. Dal 1673 dovette però nascondersi per fuggire alla persecuzione che si era nuovamente inasprita. Venne arrestato nel 1679; processato e portato a Londra, vi morì martire. Papa Paolo VI lo ha canonizzato il 12 ottobre 1975.
Altri santi. San Carileffo, abate (VI sec.); beato Antonio Rosmini, sacerdote (1797-1855).
Letture. Romano. Gen 18,1-15; Lc 1; Mt 8,5-17.
Ambrosiano. Lv 21,1a.5-8.10-15; Sal 97 (98); 1Ts 2,10-13; Lc 4,31-37.
Bizantino. 1Cor 12,27-13,8; Mt 10,1.5-8.
t.me/santoavvenire