C’è un debito antico del mondo occidentale nei confronti dell’Africa, continente da sempre visto come terra di conquista e di razzia, ma spesso a spese della dignità delle popolazioni di questa ricca terra, ridotte troppe volte in schiavitù o private dei loro più elementari diritti. Un debito che ha spinto, però, numerosi testimoni della fede a farsi portatori di speranza e di amore per i fratelli, diventando baluardi della libertà di ogni essere umano. E fu proprio in questa prospettiva che visse e agì san Daniele Comboni, autentico padre nella fede per l’Africa. Nato nel 1831 a Limone del Garda, nel 1857, tre anni dopo essere diventato prete, Comboni partì verso il Sudan assieme a cinque compagni: questa prima missione però fallì a causa dell’inesperienza dei missionari ma anche per l’aspra opposizione dei mercanti di schiavi. Comboni si mise così a pensare a un grande progetto di evangelizzazione per l’Africa, da cui nacque la famiglia religiosa comboniana (i padri Comboniani fondati nel 1867, le Pie Madri della Nigrizia nel 1872). Nel 1867 ripartì, stabilendo la propria base al Cairo e si mise al lavoro non solo per portare il Vangelo ma anche per offrire istruzione ed emancipazione agli studenti di colore, guidati da insegnanti di colore. Fondatore della rivista «Nigrizia», morì nel 1881 a Khartum. Beato nel 1996, è stato canonizzato a Roma da Giovanni Paolo II il 5 ottobre 2003.
Altri santi. San Pinito di Cnosso, vescovo (II sec.); san Cerbone di Populonia, vescovo (VI sec.).
Letture. Romano. Gio 3,1-10; Sal 129; Lc 10,38-42.
Ambrosiano. 1Tm 1,18-2,7; Sal 144 (145); Lc 21,10-19.
Bizantino. Fil 2,16c-23; Lc 8,1-3.
t.me/santoavvenire