La musica come ambasciatrice di pace, strumento privilegiato per trasmettere un messaggio di armonia e fratellanza e per raggiungere indistintamente ogni angolo del nostro pianeta: è questo l'anelito che si leva dai solchi del disco intitolato Pacem (pubblicato da Glissando e distribuito da Sound and Music), realizzato - sotto la direzione dell'attuale Domkapellmeister Roland Büchner - dall'impeccabile compagine corale dei Regensburger Domspatzen, che da oltre mille anni accompagna le funzioni liturgiche nella cattedrale di San Pietro a Regensburg.
Suoni e linguaggi differenti possono essere forgiati e piegati all'espressione di un insopprimibile desiderio di verità: un compito che è stato qui affidato al talento di tre compositori dei nostri tempi, particolarmente legati alla dimensione spirituale dell'arte. A partire dal tedesco Max Georg Baumann (1917- 1999), figura di primo piano nella vita culturale berlinese del XX secolo: insignito nel 1987 da Papa Giovanni Paolo II della commenda dell'Ordine di S. Gregorio Magno per la sua incessante attività nel campo della musica religiosa, è lui l'autore di un notevole Pater noster a 8 voci, accorato appello di un'umanità sempre più impaurita e disorientata.
La traiettoria creativa dello spagnolo Javier Busto (classe 1949) viene invece qui riletta alla luce di una significativa selezione di lavori di ispirazione mariana, come l'inno Ave maris stella, il Salve Regina o la doppia versione dell'Ave Maria (a cappella e con l'accompagnamento dell'organo): opere di semplice concezione, sostenute da ampie campate melodiche, di forte impatto emotivo.
Dal compositore norvegese Knut Nystedt (classe 1915), allievo negli Stati Uniti di Aaron Copland, proviene il contributo più originale dell'album: sostenuto da un solidissimo bagaglio tecnico e da un vocabolario aperto a una misurata modernità, si staglia infatti il profondo afflato mistico del brano O crux - significativamente avvicinato, nel disco, alla versione gregoriana dell'inno quaresimale Ecce lignum - che nel suo testo racchiude l'ideale chiave di lettura dell'intero progetto: «O Croce, tu sola sei degna di portare il pesante fardello che opprime il nostro mondo. Salva il tuo popolo qui presente, che oggi si è riunito per cantare la sua preghiera».