È nelle scelte di tutti i giorni che dimostriamo e mostriamo la nostra fede: a cosa serve credere nel Risorto se poi questo non cambia il nostro modo di vivere la quotidianità? A questa riflessione oggi inducono i tre santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore, soldati della legione tebea. La storia di questo reparto dell'esercito romano è nota: si trattava di uomini provenienti da Tebe e inviati nel cuore d'Europa per difendere i confini dell'Impero Romano dagli attacchi di alcune popolazioni straniere. Giunti nel Vallese, però, a essi venne ordinato di cacciare, catturare e uccidere le popolazioni locali, che si erano convertite al cristianesimo. Un mandato sanguinario voluto dall'imperatore Massimiano. Ed ecco il primato della coscienza di questi soldati: nessun comando di morte poteva avere la meglio sulla loro scelta di testimoniare il Dio della vita. Venne ordinato, così, di decimare i soldati, ma alcuni, come Ottavio, Solutore e Avventore, fuggirono. Inseguiti, i tre furono catturati e uccisi nei pressi di Torino.
Altri santi. San Cipriano di Calamizzi, abate (XII sec.); beata Maria Fortunata Viti, benedettina (1827-1922).
Letture. Romano. 1Mac 6,1-13; Sal 9; Lc 20,27-40.
Ambrosiano. Ez 3,22-4,3; Sal 129 (130); Eb 5,1-10; Mt 10,1-6.
Bizantino. Gal 3,8-12; Lc 9,57-62.
t.me/santoavvenire