Nel corso dell'estate, il Parlamento ha emanato alcuni importanti provvedimenti riguardanti i rapporti con alcune confessioni religiose. Il primo è la legge 126 del 30 luglio scorso, con la quale è stata approvata l'intesa dello Stato italiano con la "Sacra arcidiocesi ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa Meridionale". Altri analoghi accordi sono stati definiti con la "Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni" (noti come "mormoni") e con la "Chiesa apostolica in Italia", tutti entrati in vigore il 22 agosto scorso. La trasformazione in legge delle nuove intese era attesa dalle rispettive confessioni sin dagli accordi governativi siglati nel 2007 ed è stata sempre impedita dalla fine della legislatura in corso.La comunità della Sacra arcidiocesi ortodossa in Italia è stimata in circa un milione di fedeli, un numero in lenta ma costante crescita per effetto specialmente dell'immigrazione dai paesi dell'Est. Al servizio delle parrocchie e dei monasteri ortodossi sono assegnati 60 preti (età media di 40 anni) e si preparano al ministero 40 seminaristi.
Pensioni Inps. Dal primo settembre per i ministri di culto ortodossi, riconosciuti ai sensi dell'intesa, si sono aperte le porte della previdenza dell'Inps nel Fondo speciale per il clero. Tuttavia il testo dell'accordo prevede che «i ministri di culto (n.d.r. ortodossi) hanno la facoltà di essere iscritti nel Fondo speciale di previdenza e assistenza per i ministri di culto» (art. 3). Attualmente l'Arcidiocesi ortodossa non ha ancora deliberato se effettuare un'iscrizione collettiva degli attuali ministri in servizio. La mancata previsione nell'intesa di un obbligo assicurativo - inserito invece nei rispettivi accordi con la Chiesa cattolica e nelle intese con altre confessioni - potrebbe porre un interrogativo sul vincolo di solidarietà sociale sul quale è fondata la previdenza e, nella specie, quella dei religiosi. Infatti tutte le intese prevedevano finora, con termini pressoché identici, la tutela dello Stato in materia di assistenza spirituale, istruzione, matrimoni, edilizia di culto ecc. mentre, per la prima volta, compare una diversità in materia di previdenza, essendo alcune confessioni esentate dall'obbligo delle assicurazioni sociali. Potrebbe quindi configurarsi una disuguaglianza tra le confessioni religiose costituzionalmente riconosciute. Non ultima - essendo la previdenza un diritto individuale del cittadino - potrebbe apparire anche una disparità fra gli stessi ministri, potendo alcuni aderire oppure sottrarsi alla tutela della previdenza, anche solo per una immediata convenienza economica.
Ortodossi romeni. Alla nuova Intesa è estranea la Chiesa ortodossa romena, che aggrega in Italia circa 700mila fedeli, collegata alla "Metropolia romena dell'Europa occidentale e meridionale". La comunità romena vanta, in particolare, una rete di parrocchie più estesa della Ortodossia regolata ora dalla legge 126/2012.