Oltre il miracolo
In un paesino che si affaccia su un fiordo, nella Norvegia di fine Ottocento, il pastore luterano inizia a compiere miracoli. Il vescovo e i colleghi giungono in ispezione e in attesa di una prova che tarda a compiersi, quella della guarigione della moglie dello stesso pastore, da un mese immobilizzata a letto e scettica nei confronti dei poteri taumaturgici del marito. L'esito della vicenda sarà sorprendente. È, questa, in sintesi la trama del dramma Al di là delle forze umane (Iperborea 2010) del norvegese Bjørnstjerne Bjørnson, Nobel 1903, figlio di un pastore protestante, divenuto più tardi razionalista e agnostico.
Le domande che affiorano in queste pagine sono quelle costanti del rapporto tra scienza e fede. Noi, invece, abbiamo voluto proporre ai nostri lettori la considerazione che fa uno dei personaggi del dramma, un altro e più colto pastore. Giustamente egli esclude che il cristianesimo sia solo morale e devozione. È qui che si attorciglia il nodo del nesso con la pura e semplice scienza. La fede è un "oltre", è un affacciarsi sull'infinito e sull'eterno, oltre il tempo e lo spazio. Anzi, è una comunione vitale - e non solo ideale - con Dio. Siamo, quindi, su un altro sentiero che procede in altura e ha uno sbocco verso un altro orizzonte rispetto a quello delle leggi immediate e sperimentali della scienza. Un po' come la "logica" dell'amore che ha itinerari e approdi diversi e più alti rispetto alla logica formale della ragione.