Oltre ogni confine, al di là di tutti i muri, lungo le rotte dell’umanità disperata e accanto ai sofferenti negli angoli più remoti del pianeta: lì i cristiani sono chiamati a essere presenti e a portare la luce del Vangelo. Su queste vie visse e operò sant’Antonio Maria Claret, la cui eredità, ancora viva oggi nella famiglia religiosa da lui fondata, è un invito a fare della fede un tesoro da condividere con popoli e nazioni. Nato in Catalogna nel 1807, a 28 anni fu ordinato sacerdote: sognava di diventare missionario ma dovette rinunciare a causa della salute malferma, che lo costrinse a “limitare” la predicazione tra la Catalogna e le Canarie nelle missioni popolari. Nel 1849 ebbe l’idea di fondare una congregazione, i Missionari del Cuore Immacolato di Maria, e nello stesso anno fu nominato arcivescovo di Santiago di Cuba. Raggiunta la sua sede nel 1851 vi rimase fino al 1857, visitando la vasta diocesi per quattro volte, valorizzando la formazione del clero, promuovendo l’agricoltura, anche attraverso una fattoria-modello a Camagüey. In ogni parrocchia istituì una cassa di risparmio e promosse l’educazione. La difesa dei diritti della Chiesa, dei diritti umani, e la denuncia della corruzione dei potenti, gli costarono anche minacce e attentati. Fu poi richiamato a Madrid come confessore dalla regina. Partecipò al Concilio Vaticano I e morì nel 1870 a Narbona.
Altri santi. San Luigi Guanella, sacerdote (1842-1915); beato Giuseppe Baldo, sacerdote (1843-1915).
Letture. Romano. Ef 3,14-21; Sal 33; Lc 12,49-53. Ambrosiano. Ap 1,10;2,18-29; Sal 16 (17); Lc 10,1b-12.
Bizantino. 1 Tes. 2,9-14a; Lc.11,14-23.
t.me/santoavvenire
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