Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta indulgenza (Sap 12,19).
Le buone maniere fanno parte del buon vivere e meglio sarebbe esercitarle per vivere dignitosamente. Galateo è richiesto nella buona relazione, ma sciocco sarebbe pensare che la forma sia uguale alla sostanza. Il discepolo non è solo uomo di buone maniere, non riduce all'apparenza il suo cammino. Mitezza agguanta impegno ed eleva al trono di ogni avvenimento il suo vanto. Il Signore giudica con mitezza, governa con indulgenza e altro non chiede che imitazione si faccia del suo agire. «Beati i miti» è il grido del Maestro e nella sua voce risuona la sua promessa: a ogni uomo mite sarà concessa la vita vera. Mitezza non è fuga dalla lotta, ma è rispondere alla violenza del male con la forza dell'amore. È contrastare l'attacco vile di ogni prepotenza con l'arte magnifica della nonviolenza. Rispetto umano chiede che ogni gentilezza sia posta in essere per governare il tempo e la storia, ma la gentilezza, figlia della nonviolenza, è arte conosciuta dai miti che soli erediteranno la terra. Sarebbe tempo di imparare, ognuno per la propria parte, per responsabilità di ufficio e di governo, di lavoro e di pratica, che ogni violenza è figlia del peccato, ogni mitezza è aggancio di Cielo.