OGNI MINUTO PERSO
Così scriveva dal confino nel 1936 al figlio Michail il teologo, letterato e scienziato russo Pavel Florenskij perseguitato da Stalin che lo eliminerà in un lager nel 1943 (dal libro Non dimenticatemi. Lettere alla moglie e ai figli, Mondadori 2000). La rappresentazione di una giovinezza così operosa è significativa e può sembrare "passatista" ai nostri giorni nei quali l'immagine della gioventù è piuttosto quella del branco che si trascina per strada, s'accampa per ore su un muretto, s'intontisce in una discoteca fino a notte fonda.In realtà, si deve dire che esistono tanti giovani che s'impegnano senza tregua, coniugando studio, lavoro e volontariato. Ma il monito di Florenskij ha tutto il suo valore per giovani, adulti e anziani perché in agguato c'è sempre la tentazione dell'inerzia, grande dissipatrice di energie. È, allora, necessario far rinascere il senso di colpa per il tempo perduto, alimentando la vigilanza e l'impegno, la ricerca e la curiosità. Questo comporta certamente il dovere sociale di assicurare un lavoro ai giovani, di far fiorire in loro il desiderio di sapere e di operare. Ma significa soprattutto un'educazione dell'anima, una disciplina della volontà, una tensione autentica verso una meta. Scriveva un altro perseguitato e vittima (in questo caso di Hitler), il teologo Dietrich Bonhoeffer: «Nessuno apprende il segreto della libertà, se non attraverso la disciplina».