OGGETTO ORNAMENTALE
Il 19 maggio 1296 moriva nella torre del castello di Fumone (Frosinone) dove era stato segregato da Bonifacio VIII, Pietro del Morrone, l'eremita della Maiella divenuto papa nel 1294 col nome di Celestino V e ben presto ritiratosi da quella missione che egli sentiva troppo pesante. Mi è capitato tra le mani proprio nei giorni scorsi la prima edizione dell'opera Avventura di un povero cristiano di Ignazio Silone che avevo acquistato appena pubblicata nel 1968. Ci sono in questo romanzo-saggio alcune ingenuità e una buona dose di utopia pauperistica; tuttavia molte pagine come quella che ho sopra citato meriterebbero di essere riprese e meditate.Il cristianesimo, proprio perché religione dell'Incarnazione, deve entrare nella storia, adattarsi ai tempi, comprenderne le istanze, adottarne il linguaggio. Ma in quest'opera di attualizzazione è facile stingere la tonalità di fondo, snervare l'energia del Vangelo, rimuovere lo scandalo della Croce, riducendola a «oggetto ornamentale». Sappiamo quanto s. Paolo sia severo al riguardo proprio per evitare che «venga resa vana la Croce di Cristo", quel Cristo crocifisso che è scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1 Corinzi 1, 17.23). Anche Gesù aveva ammonito i suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore", a null'altro servirebbe che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini» (Matteo 5, 13).