Occasioni preziose perdute e tristi brontolii nostalgici
Un paragone: se canto “Fratelli d'Italia” includo “L'Italia chiamò” e la citazione è corretta. Isolare invece quel doppio “Dio mio”, pur in buona fede, è rovesciarne il senso. Ma nel genere, stesso tema, c'è di peggio, forzato in modo ostile contro papa Francesco. Per Luigi Amicone (“Tempi”, 9/4 2020: «Cronache dalla Quaresima»), «si capisce che è il Venerdì Santo anche del Papa». Disinvolto, lui, e fintamente magnanimo: «Papa Francesco mi sembra un po' giù di corda. Lo dico sul serio. E non lo dico col gusto macabro dei suoi detrattori»!
Legge dall'estero un'intervista ove, per lui, papa Francesco direbbe cose anche belle, «ma (testuale! – ndr) di una bellezza pallida. Quando in realtà anche papa Francesco forse avrebbe voluto concludere come concluse Cristo in croce. “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato” e narrano i testimoni detto questo spirò». Per lui andò proprio così! E invece Gesù non «spirò… detto questo», ma dopo aver aggiunto «nelle tue mani affido il soffio della mia vita»! Dunque due malintesi: nel primo persa l'occasione di ricordare l'offerta suprema nella fede certissima di resurrezione e nel secondo un brontolio ostile al presente della Chiesa nella nostalgia (infondata) di tempi più comodi per qualche proprio convincimento...