Rubriche

Nuvole

Erri De Luca mercoledì 28 agosto 2024
Ho cominciato a tradurre pagine circa mezza vita fa. Mi spingeva un’adesione alla lingua originale che non trovavo rispettata. Si trattava niente di meno che del libro detto Bibbia. Salmo 105, dove si ripercorre in sintesi l’uscita dalla servitù in Egitto e l’avviamento nella libertà che è a forma di deserto. Al verso 39 si legge della divinità che «distese una nube per proteggerli». Traduco invece alla lettera: «stese una nuvola come un tappeto», perché non c’è il verbo proteggere. Che c’entra il tappeto? La nuvola a forma allungata stende sotto il sole un’ombra che è un tappeto. Nell’uniforme paesaggio del deserto serve al popolo in marcia il segno di una direzione. La nuvola non è un riparo dal peso del sole, è invece la guida del cammino in terra, provvidenza di una segnaletica celeste. Questo è anche il valore d’uso della scrittura sacra: non un ricovero dalle intemperie, ma il percorso per affrontare il loro deserto. Restaurare un frammento, spolverarlo: la traduzione mi ha permesso di sentirmi parte del giardinaggio che rinnova la manutenzione di un pubblico spazio dove s’incontrano le generazioni. © riproduzione riservata