Nuovi eurodiritti sociali e centralità del lavoro
C'è tuttavia una condizione "filosofica" essenziale, dalla quale dipenderà la reale utilità (e applicabilità) di questo nuovo pilastro europeo. L'ha esplicitata con chiarezza e determinazione Emma Marcegaglia, in qualità di presidente di Business Europe (la confederazione europea delle Confindustrie): «Il pilastro sociale europeo e le politiche per la crescita economica devono essere tenute insieme, perché il progresso economico è la base per il benessere sociale. Non è con nuovi interventi legislativi a livello europeo che si possono creare nuovi posti di lavoro». È un monito importante, quello della Marcegaglia, contro quel partito
del "dirittismo" (assai diffuso nei palazzi di Bruxelles) che continua a inseguire uno schema culturale anacronistico e pericoloso, immaginando che le leggi sul welfare debbano essere semplicemente strumenti di riequilibrio dei rapporti di forza in azienda tra datore di lavoro e lavoratore. Mi sto riferendo, per capirci, allo schema marxista classico. Peccato che sia stato ampiamente superato dalla storia e dalle dinamiche di un mercato, nel quale imprenditori e lavoratori sono sempre meno contrapposti e sempre più "sulla stessa barca": perché la competitività di un'impresa si fonda oggi, in gran parte, sulla qualità dei lavoratori e del loro lavoro. Non è un caso che il premier italiano Gentiloni abbia tenuto a Goteborg sostanzialmente la stessa linea, ricordando che «prima di tutto abbiamo bisogno di politiche economiche per la crescita» e che l'Italia sta facendo la sua parte, grazie soprattutto al Jobs Act che - piaccia o non piaccia - ha generato negli ultimi tre anni quasi un milione di posti di lavoro.
È proprio la possibilità di un lavoro dignitoso e retribuito in modo equo, in realtà, il primo "diritto sociale" di ogni cittadino. Qualsiasi piattaforma di welfare non può che partire da questa consapevolezza. Perché solo evitando di "distruggere" le chances di creazione di lavoro, è possibile migliorare la qualità del lavoro e della vita fuori dal lavoro.
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