L'Inps pare avviare il Fondo di previdenza per il clero oltre i confini gestionali noti. La previdenza dei sacerdoti, per il particolare status canonico e sociale della categoria, gode di una piena autonomia giuridica e funzionale, riconosciuta dalla legge 903 del 1973. Ora però, attraverso un semplice messaggio operativo indirizzato internamente ai suoi uffici, il nuovo superInps ha inserito il Fondo clero accanto alle gestioni dell'assicurazione generale obbligatoria, riservata ai lavoratori dipendenti, ai lavoratori autonomi, ai collaboratori ecc.Così dispone il messaggio 9264 del 30 maggio scorso, con il quale si dà il via a una nuova procedura automatizzata per la lavorazione delle pratiche, in sostituzione di quella finora in uso presso gli uffici di Terni. La piccola sede umbra, grazie alla disponibilità e alla partecipazione dei suoi operatori, opera dal 2007 come polo di riferimento nazionale per le pensioni dei ministri di culto. La nuova procedura – precisa l'Inps – è invece inserita «nel contesto dell'assicurazione generale obbligatoria», lontano dunque dal settore dei Fondi speciali, fra i quali è compreso il Fondo Clero.Nel dettaglio, presso tutti gli uffici dell'Istituto sarà possibile utilizzare nuove funzionalità che rendono più efficiente lo svolgimento delle pratiche dei sacerdoti, sia per gli aspetti contributivi (inserimenti e aggiornamenti anagrafici, indicazione automatica della confessione religiosa di appartenenza, quadro generale dei versamenti dovuti ed effettuati ecc.) sia per quelli pensionistici (calcolo dei periodi utili al pensionamento, decurtazione per mancati versamenti ecc.), il tutto corredato da statistiche e dalla contabilità complessiva. Le buone intenzioni dell'Istituto per il miglior funzionamento dei suoi uffici e per la soddisfazione dei suoi clienti appaiono chiare anche se in questo caso esiste, di fatto, il rischio di toccare in modo sensibile e senza precedenti la specificità del Fondo.Gli effetti della nuova procedura sembrano poi estendersi oltre la lavorazione delle pratiche. Infatti, all'interno dell'ampia cornice dell'assicurazione generale, tutti gli uffici sul territorio, da nord a sud, hanno d'ora in poi la possibilità di rispondere a tutto campo e in maniera completa alle esigenze dei sacerdoti assicurati nel Fondo. E questo oggettivamente affievolisce la competenza specializzata degli uffici di Terni, che resta concentrata sui casi più complessi e sul provvedimento finale del pensionamento. La svolta tecnica pare infine allontanare l'indirizzo, finora tenacemente sostenuto dall'Inps, di non poter agganciare alla previdenza sacerdotale diverse misure dell'assicurazione generale (ricongiunzioni, riscatti ecc.). Un orientamento di netta separazione normativa, malgrado alcune positive sentenze della Corte di Cassazione e la stessa legge 903 (art. 27).