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Nove, Giusti rischia la grande abbuffata

Andrea Fagioli martedì 16 ottobre 2018
Continuare a fare programmi sulla cucina e inventarsi qualcosa di nuovo è quasi impossibile. Eppure, qualcuno ci prova ancora. L'ultimo tentativo appartiene a Nove con lo show condotto da Max Giusti in onda la domenica alle 21,25. La novità è sottesa alla domanda contenuta nel titolo: C'è posto per trenta?. Quando mai succede una cosa del genere prenotando un ristorante? Infatti, i trenta non sono avventori normali, bensì giudici. Il conduttore premette: «Per giudicare un ristorante una persona non basta più, due giudici hanno stancato, tre non è più il numero perfetto, quattro si sono già visti...». Trenta no. Trenta giudici tutti insieme è una novità: è un popolo, metafora di quello televisivo italiano che vive di talent e di reality, di giurie e di competizioni vere o presunte tali. I giudici in questo caso sono divisi in categorie. Ci sono “gli amici”, quattro appassionati di cucina tradizionale, e “i pensionati”, che mettono insieme 280 anni di cui una parte trascorsi tra i piaceri del buon cibo. La nuova generazione è rappresentata dai “millenials”, per i quali un piatto è più che altro una foto da postare per i like dei followers. Ci sono “i competenti”, che hanno mangiato nei migliori ristoranti del mondo, e poi “gli stranieri”, “i fidanzati” e “la famiglia”. I trenta ogni volta vengono portati in due diversi ristoranti di una stessa località: Parma nella prima puntata, Roma nella seconda, seguiranno altre sei. In entrambi i ristoranti (generalmente di medio livello) vengono allestiti otto tavoli, sette per i gruppi rammentati più uno per il conduttore che a ogni puntata, oltre al titolare del ristorante avversario, ospita un amico e un esperto di enogastronomia del territorio. Gli otto tavoli rappresentano un punto di vista diverso, ognuno deve esprimere un voto da zero a dieci per decidere quale ristorante tra i due sia il migliore. In alcuni momenti, però, la cucina diventa un espediente. I giurati, tavolo per tavolo, sono tenuti a delle gag. Tra i pensionati, ad esempio, c'è l'ex cantante lirica che improvvisa un “Amami Alfredo” di verdiana memoria, anche se sarebbe meglio continuasse a mangiare in silenzio. I ristoratori giocano ai duellanti e una app di prenotazioni sostiene l'impresa. Alla prima puntata la novità si avverte, alla seconda molto meno. E alla terza?