Note di fede dagli ex Paesi comunisti in bilico tra tradizione e vere novità
Va fondamentalmente ricercato in tale ambito il baricentro focale del disco intitolato Baltic Exchange (pubblicato da Hyperion e distribuito da Sound and Music), un articolato progetto in cui la formazione vocale del Trinity College di Cambridge diretta da Stephen Layton ricostruisce le variopinte tessere del mosaico della vita musicale di Paesi come Lettonia, Lituania ed Estonia attraverso alcune significative pagine corali di carattere religioso concepite da un manipolo di autori che ricoprono una certa rilevanza nel panorama contemporaneo dell'area baltica: opere come la complessa e affascinante Missa Rigensis o il caleidoscopico e trionfante Laudibus in sanctis di Ugis Praulins (classe 1957), il luminoso e ipnotico Benedictio di Urmas Sisask (classe 1960), l'estatico Angelis suis Deus o il multifocale Pater noster di Vytautas Miskinis (classe 1954).
Composizioni che documentano un ritorno "ragionato" alla tonalità e che paiono superare lo scontro "avanguardistico" per rivolgere la propria attenzione alle fonti antiche, dando vita a un linguaggio originale in cui, attraverso sonorità trasparenti e austere armonie, si possono cogliere echi di canti monodici medievali e di polifonie rinascimentali innestate sulla tradizione vocale liturgica ortodossa o su quella folclorica e popolare slava: la proposta di una centralità spirituale in una società in forte ricerca di identità.