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Nostalgia d'infinito

Giorgio Paolucci mercoledì 10 agosto 2022
A volte siamo così concentrati sull'organizzazione delle cose da fare che ne perdiamo il senso. E così ci ritroviamo privi delle energie necessarie per metterci all'opera, perché abbiamo smarrito il motivo per cui vale la pena impegnarsi. Accade soprattutto a noi occidentali, che ci illudiamo sia sufficiente un buon apparato di tecnologie e un'adeguata dotazione economica perché un'impresa ottenga successo. Ci affanniamo a sistemare ogni minimo particolare, con lo sguardo tutto concentrato sul dettaglio. Non siamo più capaci di alzarlo, lo sguardo, di scrutare l'orizzonte e di cercare anzitutto il significato di ciò che ci prepariamo a fare. Ci sono di monito le parole di Antoine de Saint Exupéry ne “Il piccolo principe”: «Se vuoi costruire una nave, non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliata in loro questa sete, si metteranno subito al lavoro per costruire la nave». Impariamo a risvegliare ogni giorno la nostalgia d'infinito che abita nel nostro cuore, troppo spesso schiacciata dalle cose seconde che finiscono per diventare priorità.