Con il titolo
Una Costituente per l'Europa sono stati pubblicati da Castelvecchi, a cura di Domenico Canciani e Maria Antonietta Vito, i saggi prevalentemente politici che Simone Weil scrisse a Londra negli ultimi mesi della sua vita, fra il novembre 1942 e l'aprile 1943. Testi di drammatica intensità morale, nei quali la riflessione si concentrasulla guerra in corso, sulla sconfitta e l'occupazione della Francia da parte dei nazisti, suimezzi e l'ispirazione culturale necessaria a una futura ricostruzione della civiltà europea.Nata nel 1909 e morta nel 1943, la Weil ha pensato e scritto negli anni più bui del Novecento. I suoi scritti, benché spesso frammentari e occasionali, costituisconola più lucida analisi filosofica, politica, morale e religiosa della modernità occidentale. Fra Platone, l'Oriente, i Vangeli, Marx, l'illuminismo e il nichilismo, la Weil non trascura nessun aspetto della crisi europea: la concezione distorta dei diritti da riformulare come «obblighi verso l'essere umano», il culto della forza, l'idolatria dei mezzi che fa dimenticare i fini, l'immoralità di una morale storica che glorifica i protagonisti del crimine di Stato.Di Marx aveva già criticato la meccanica materialistica del processo storico, assolutizzò l'idea di verità e di bene, denunciò in uno dei suoi ultimi scritti le deformazioni di pensiero e comportamento introdotte nella vita civile dai partiti politici (di cui propose l'abolizione). I due curatori hanno giustamente dedicato uno spazio particolare al commento del saggio
La persona e il sacro, probabilmente l'ultimo composto dalla Weil (in questa edizione rititolato
La persona è sacra?). È qui che si legge la seguente definizione: "Dalla prima infanzia fino alla tomba, in fondo al cuore di ogni essere umano vi è qualcosa che, malgrado tutta l'esperienza dei crimini commessi, patiti e osservati, instancabilmente si aspetta che gli si faccia del bene e non del male. Questo, prima di ogni altra cosa, è ciò che è sacro in ogni essere umano. Il bene è l'unica fonte del sacro».