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Augusto Chapdelaine. Non portatori di facili verità ma testimoni della luce vera

Matteo Liut giovedì 29 febbraio 2024
Sappiamo distinguere tra i falsi profeti, portatori di false verità che in realtà nascondono solo i loro interessi personali, e gli autentici testimoni della vita eterna? Sappiamo riconosce la luce vera di Dio dalle false lanterne delle ideologie? La provocazione, con tutto il suo carico di profezia per il presente, nasce ripercorrendo le storie di martiri come sant’Augusto Chapdelaine, vittima di persone che anteposero le proprie mire al bene della comunità. Era nato a La Rochelle il 6 gennaio 1814 da contadini ed era diventato prete nel 1843. Nel 1851 entrò nell’Istituto delle missioni estere di Parigi e il 29 aprile 1852 partì verso la missione in Guangxi, regione meridionale della Cina. Qui, però, la rivolta dei Taiping, provocata nel 1851 da un autoproclamato fratello di Gesù, aveva provocato diffidenza e intolleranza nei confronti di tutti i cristiani. Per questo Chapdelaine non poté entrare subito nella regione e, nel corso di un primo tentativo venne arrestato ed espulso. Ci tornò alla fine del 1855, ma poche settimane dopo un uomo, che aveva sedotto una donna poi convertita al cristianesimo, denunciò la presenza del sacerdote alle autorità, accusandolo di sobillare il popolo. Arrestato il 25 febbraio 1856, interrogato e torturato morì quattro giorni dopo. Altri santi. Sant’Ilaro, Papa dal 461 al 468; sant’Osvaldo di Worcester, vescovo (X sec.). Letture. Romano. Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31. Ambrosiano. Gen 16,1-15; Sal 118 (119),49-56; Pr 6,20-29; Mt 6,1-6. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata