NON MI DISTURBA!
Leggendo una rivista americana, costellata qua e là
da motti e apologhi, m'imbatto in questa piccola parabola che sembra uno sberleffo. In realtà, essa permette di proporre una riflessione un po' variegata. C'è, infatti, una reazione spontanea, leggendo queste righe. Quell'operaio incarna la superficialità contemporanea che non conosce alcuna scala di valori, che non distingue tra rumore e suono, che fa prevalere l'utile sul bello, che privilegia lo sguaiato rispetto al silenzio, che ignora l'ascolto e così via. A costoro è difficile spiegare perché il colpo di martello debba lasciare il passo alla finezza dell'interiorità, della bellezza, dell'armonia. Tuttavia vogliamo concedere a quell'operaio simbolico una sua ragione. Tutti gli atti, anche i più semplici, hanno una loro dignità e un loro fine e perciò meritano rispetto. Pure il musicista ha bisogno di vari operai per vivere e comporre.