NON INVECCHIARE
cristiana è un affidarsi fiducioso all'azione divina, e quindi è pur sempre un atto di speranza. La rassegnazione attuale è, invece, una sorta di apatia, che cancella ogni impegno e ignora ogni aiuto, è una resa, un cedimento, una capitolazione, della quale alcuni possono anche approfittare. L'altra indicazione che vorrei sottolineare è nella frase: «Noi stessi possiamo decidere di non invecchiare», ed è una conseguenza del precedente ragionamento. Si usa dire, con la Bibbia, che «la vecchiaia non si calcola dalla longevità e dal numero degli anni» (Sapienza 4, 8), anche perché abbiamo tutti sotto gli occhi molti giovani già vecchi. A differenza degli animali, l'uomo che cronologicamente invecchia come loro, può mutare il ritmo dello spirito (talora in sintonia con quello del corpo) e conservare una freschezza, una giovinezza interiore, un gusto di vivere, un senso vivo dell'attesa e della ricerca. È questo l'augurio che dobbiamo farci, sull'esempio di quei vecchi che sanno vivere in pienezza la loro stagione (pensiamo a Giovanni Paolo II ma anche a Benedetto XVI e al nostro presidente Ciampi) senza complessi, malinconie, rimpianti e rassegnazione.