Rubriche

Nicandro e Marciano. Il sangue dei martiri sostiene la comunità

Matteo Liut venerdì 17 giugno 2022
Il martirio non è mai scelta individuale ed eroica ma sempre un'offerta fatta per il bene della comunità. E a partire dal sangue dei martiri intere comunità si sono ritrovate unite e hanno trovato la forza di affrontare i marosi della storia. Così ad esempio è per la diocesi di Isernia-Venafro, che si riconosce nell'eredità dei santi Nicandro e Marciano. La loro vicenda si colloca nel contesto della persecuzione di Diocleziano nel 304. A Venafro tra l'anfiteatro romano e il tempio pagano della dea Bona «sulle cui fondamenta sorge oggi la Cattedrale di Santa Maria Assunta in cielo» vivevano due ufficiali dell'esercito romano: Nicandro e Marciano. La loro origine è incerta (forse erano della Grecia) ma di certo si sa che avevano aderito alla fede e per questo si rifiutarono di sacrificare agli dei pagani. Questo costò loro la vita e con essi fu martirizzata anche la moglie di Nicandro, Daria, anche lei cristiana, che aveva sostenuto il marito nella scelta di non abiurare e rinnegare la loro fede. I loro corpi furono seppelliti nei pressi di Venafro, dove già nel 313 fu eretta la Basilica cimiteriale a loro dedicata. Nel 1930 furono rinvenuti i loro sepolcri.
Altri santi. Beata Teresa del Portogallo, regina (1181-1250); beato Pietro Gambacorta, fondatore (XV sec.).
Letture. Romano. 2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6,19-23.
Ambrosiano. Es 12,29-36; Sal 104 (105); Lc 4,42-44.
Bizantino. Rm 5,17-6,2; Mt 9,14-17.