Netflix: casa dolce “Casa di carta”
Agosto ha offerto l'opportunità, a chi fosse rimasto indietro, di recuperare tutte le puntate delle tre stagioni dell'ormai popolarissima serie La casa di carta, trasmessa dall'emittente spagnola Antena 3 e poi diffusa da Netflix in 190 Paesi del mondo. Tra parenti e amici non si parla d'altro. Attenzione, però, a non farsi sentire dal vicino d'ombrellone: sarebbe spoiler da spiaggia. Il rischio di rovinare tutto rendendo noti i punti salienti della vicenda sta diventando una delle principali preoccupazioni. Per evitare il pericolo ci limitiamo anche qui ad alcune considerazioni sui motivi che possono aver determinato il grande successo di una serie realizzata e prodotta in Spagna divenuta la più vista di tutti in tempi in lingua non inglese. E c'è pure un po' di italiano, anche nell'originale: il canto partigiano Bella ciao, ripetuto in più occasioni.
Una scelta all'apparenza spiazzante, almeno fino a che non si capisce che La casa di carta è anche un inno alla resistenza, alla rivalsa, alla ribellione contro il capitalismo finanziario. Lo è nella misura in cui non racconta tanto una rapina alla Zecca di Stato, quanto la stampa ex novo di banconote come in passato aveva fatto la Banca centrale europea per una "iniezione di liquidità" a favore delle altre banche, arricchendo cioè i ricchi. In questo senso Il Professore, Berlino e gli altri componenti della banda, ribattezzati tutti con un nome di città e mascherati da Salvador Dalì (artista rivoluzionario), sono una sorta di moderni Robin Hood, fragili e forti al tempo stesso. Personaggi capaci di creare empatia con il pubblico, molto caratterizzati, ben recitati, approfonditi psicologicamente attraverso i flashback.
Ma La casa di carta è anche azione, suspense, messa in atto di un piano geniale, pianificato in tutto ad eccezione di pochi imprevisti, il principale dei quali è l'amore. La serie è infatti anche una storia di amori, di buoni e cattivi che si confondono e si scambiano i ruoli. Il verosimile non ha importanza (compreso il fasullo David di Michelangelo). L'importante sono i modi del racconto. Mentre la sospensione strategica alla fine di ogni episodio rende lo spettatore vorace, capace di divorarsi una puntata dietro l'altra.