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Nella terra dei denarioni, dove «essere» è avere un prezzo

Fabrice Hadjadj domenica 11 febbraio 2018
La mitologia dei denarioni potrebbe stare da qualche parte tra Pitagora e il Dow Jones. Il dio Numos ha organizzato la materia attraverso i numeri e ne ha affidato il governo ai suoi angeli, gli spiriti-contabili. I numeri sono espressi in xecri, un'unità mistica che è anche una moneta, o piuttosto la moneta, di istituzione divina, «capace di acquistare l'amore, la luna e il trapasso glorioso». Catturare l'essenza di un essere è determinarne il prezzo in xecri, impresa difficile che richiede capacità di penetrazione e rapidità, perché il prezzo fluttua. Gli spiriti-contabili lo ricalcolano continuamente sulla bilancia cosmica, secondo una legge che non è affatto quella della domanda e dell'offerta. Per questo l'etichetta non è un pezzetto di carta appiccicato alle cose: rende visibile l'invisibile, ne manifesta il prezzo che è la loro stessa essenza. Quando si conosce il prezzo, quando si sa quanti xecri vale una cosa, ecco che quella cosa si anima: prende forma sulla scala dei valori, entra nel movimento dello scambio universale, si adatta alla giustizia di Numos perché diventano possibili il paragone e l'uguaglianza. Prendiamo una rosa: finché non ne sappiamo il prezzo, essa resta in disparte, oscura, inaccessibile. È estremamente importante inserirla nella "grande circolazione" e sapere a quanti sorrisi vale o quante rose servono per un martello. Lo xecre permette di stabilire l'equivalenza. È l'unico mediatore, quello che mette in comunicazione la rosa e il martello, quello per cui il reale passa di mano in mano. Un proverbio denarione lo riassume tautologicamente : «Solo il conto conta». Che benessere, che chiarezza sull'ordine del mondo, quando si è certi che una rosa costa 19 xecri e 99 e un martello 200 xecri e 50! Si può sapere che un martello vale 10 rose. 10 rose, 3 centesimi e 15 millesimi, insomma… Resta sempre infatti la parte segreta che appartiene a Numos e che una cifra rotonda potrebbe farci dimenticare. Ecco perché un centesimo di meno o mezzo xecre in più. Valutare i prezzi non è così facile. Come stimare il corso della boccata d'aria? Come prezzare, durante una festa, un abbraccio o un grido di gioia? Qui, i Tariffatori sono i grandi preti e profeti. Vanno in estasi. Gli spiriti gli dettano quanto costa tale sasso, tale stretta di mano o guardare tale nuvola nel cielo che per un momento ha la forma di un pianoforte a coda… Essi forniscono infine agli uomini maturi l'emblema e lo strumento della loro dignità: la pistola etichettatrice. Le fondine che i denarioni esibiscono così fieramente alla loro cintura contengono in effetti, non armi da fuoco, ma etichettatrici. Le ricevono a 20 anni, al termine di un cerimonia iniziatica dove essi, in recto tono, cantano addizioni di numeri enormi e recitano le tavole pitagoriche su un ritmo che ricorda le litanie dei santi. Da quel momento in poi, istruiti nel santo commercio dell'universo, avranno il compito di tenere aggiornato il loro conto spese e ricavi su un taccuino che terranno sempre sul cuore assieme a una piccola matita. Perché lo xecre è immateriale. Non si declina né in biglietti né in monete. Consiste unicamente in passaggi di scritture, riviste tutte le sere, e validate ogni domenica dal Grande Consiglio dei Tariffatori (per 1000 xecri e 50). Durante la Cerimonia del Bilancio Annuale, punto culminante dell'anno liturgico, ciascuno alza il suo taccuino verso il cielo cantando: «Aggiornato! Aggiornato! Che gli spiriti si rallegrino! L'esercizio si chiude! Attivo e passivo si corrispondono! Il guadagno supera le perdite! Che il perito celeste ci trovi senza errore e senza frode!». Chi muore con i conti perfettamente in equilibrio è certo di raggiungere il paradiso di Numos, dove potrà collaborare alla fatturazione degli esseri e delle loro relazioni. Solo una moglie avventata concederebbe le proprie grazie in cambio di nulla. Suo marito non potrebbe goderne, mancandogli la cifra da inserire nel piccolo taccuino. Di conseguenza, ogni atto dell'amore, dalla prima carezza fino alla gravidanza e al parto, è debitamente tariffato, e capita anche che prima dell'amplesso l'uomo cominci con un colpo di pistola a etichette sul ventre o sulla fronte della donna, per avere sempre sotto gli occhi il prezzo sul quale si sono accordati e evitare un contenzioso nel seguito. Del resto, mettersi d'accordo sul prezzo è per una coppia segno di grande comprensione reciproca. Quando la sposa e lo sposo ci riescono diventano "soci", titolo che rievoca l'unione più intima nella lingua dei denarioni. In prossimità del matrimonio, non si fanno le pubblicazioni, ma un contratto davanti a un Tariffatore. Tale contratto di locazione reciproca contiene una clausola per l'adulterio: è autorizzato, purché si presentino le fatture al coniuge… Un bambino che non sia stato comprato si sente quasi orfano (secondo la legge mosaica i primogeniti devono essere riscattati). Non sono sempre i genitori che lo fanno e poi possono sempre rivenderlo. Una sera, un denarione sulla trentina mi apostrofò dalla soglia di casa sua: «Vuole diventare azionista di mia figlia?». Era una piccola di otto anni, crespa, di carnagione scura, visibilmente pidocchiosa (sebbene non ci fosse l'etichetta anche i pidocchi avevano il loro prezzo). Non osai chiedergli a quali prestazioni mi dava diritto il 17% che mi proponeva. Non si deve pensare che la vita dei denarioni sia austera. Il mercato non sta solo al centro del villaggio, ma dovunque, perfino nel boudoir e nel santuario. Il commercio è permanente, una sala vendite senza limiti di spazio e di tempo. Ma hanno anche i loro grandi momenti di silenzio. Prima di tutto quello necessario ai loro calcoli religiosi perché, come diciamo anche noi «conti chiari amicizia lunga», ma loro ci credono veramente. Poi tacciono davanti a un bel paesaggio: ne fanno un disegno, poi, estratta la pistola, incollano un prezzo a ciascuna delle sue parti. Non c'è felicità più grande di un libro della natura come un catalogo Postal Market. Mi dissi che parlare subito della grazia ci avrebbe condotti immancabilmente all'insuccesso. Ogni gratuità sembra loro un disordine cosmico. Forse era meglio cominciare la nostra catechesi con la nozione di riscatto. E con una piccola simonia provvisoria saremmo forse arrivati a sedurli. Ma fu necessario partire prima di qualsiasi tentativo. Non sapevamo tenere aggiornati i nostri taccuini e c'erano sempre errori nelle nostre addizioni. L'equilibrio del mondo era in pericolo. Un Tariffatore ci spiegò che disponeva di una pistola a etichette speciali di cui si serviva solamente in casi estremi. L'applicava alla tempia dei cattivi contabili e dei frodatori. Il suo potere era tale che li faceva secchi stampando un prezzo imbattibile sul loro cervello.
(22, continua. Traduzione di Ugo Moschella)