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Nella Missa Miserere mihi Domine l'intima religiosità di Manuel Cardoso

Andrea Milanesi domenica 15 giugno 2008
Nella Missa Miserere mihi Domine l'intima religiosità di Manuel Cardoso
Si parla di musica rinascimentale e subito il pensiero dell'appassionato corre all'età d'oro dell'arte polifonica e, in particolare, alle grandi scuole che hanno innalzato la tecnica del contrappunto al rango di scienza praticamente esatta; al glorioso e duraturo blasone di quella fiamminga, innanzitutto, ma anche alle varie tradizioni sorte e fiorite in un ambito maggiormente "circostanziato", dalle isole britanniche alle regioni iberiche o alla penisola italiana. In realtà, però, al di là delle più evidenti barriere temporali " tra gli autori che vengono normalmente collocati agli estremi della scuola fiamminga, Dufay e Sweelinck, corrono circa duecento anni! " un'accezione così generale non rende per nulla merito delle molteplici caratteristiche tecniche, stilistiche e formali che, nel corso dei secoli, hanno variamente influenzato lo sviluppo del canto «a cappella» (solo voci, senza strumenti).
Non è dunque un caso che un artista come il direttore belga Philippe Herreweghe " originario di Gand, città al cuore delle antiche Fiandre " abbia dedicato gran parte delle proprie energie di interprete nell'addentrarsi tra le pieghe del repertorio sacro tra XVI e XVII secolo, soffermandosi sulle peculiarità musicali riconducibili a epoche e regioni differenti, dando vita a registrazioni di grande fascino incentrate sulle opere di compositori di assoluto rilievo come Desprez, Lasso o Palestrina. Tra queste si impone quella dedicata al portoghese Manuel Cardoso (ca.1566-1650), a lungo attivo a Lisbona presso la corte del musicofilo sovrano Giovanni IV; la lettura che Herreweghe, moderno maestro di cappella dei giorni nostri, e l'impeccabile Ensemble Vocal Européen ci offrono della sua Missa Miserere mihi Domine e del Magnificat secundi toni sono a dir poco illuminanti (cd pubblicato da Harmonia Mundi e distribuito da Ducale): dalle solide fondamenta della scrittura polifonica ai rapinosi riverberi spaziali delle linee melodiche, la composta solennità, i contrasti drammatici, la folgorante dinamica espressiva e l'intima religiosità della musica di Cardoso acquista toni paradigmatici e fa apparire estremamente semplice e immediato ciò che in realtà è frutto di una complessa e ferrea disciplina della mente e dello spirito.