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Timoteo e Tito. Nella loro eredità lo «stile» di san Paolo

Matteo Liut sabato 26 gennaio 2013
Vivere accanto ai grandi maestri non basta se non ci si decide per un impegno in prima persona nell'opera indicata dai testimoni che ci hanno preceduto. È questo, forse, il messaggio più attuale che hanno lasciato nei secoli Timoteo, nato a Listra da madre giudea, e Tito, di origine greca, i più noti collaboratori dell'apostolo delle genti, Paolo. Il primo, in particolare, attraversò con san Paolo - che lo volle circonciso per rispetto nei confronti dei giudei - tutta l'Asia Minore, venne inviato poi a Tessalonica e collaborò all'evangelizzazione di Corinto, città nella quale venne inviato anche Tito. Ai due collaboratori, che mostrano i diversi volti dell'opera di Paolo, rivolta da una parte ai giudei e dall'altra ai pagani, sono destinate le tre lettere pastorali contenute nel Nuovo Testamento.Altri santi. Santa Paola Romana, vedova (347-406); sant'Alberico di Citeaux, abate (XI sec.). Letture. 2 Tm 1,1-8 oppure Tit 1,1-5; Sal 95; Lc 10,1-9. Ambrosiano. Es 3,7a.16-20; Sal 94; Ef 3, 1-12; Mt 10,1-10 / Gv 20,11-18.