Nell'ultimo oratorio di Gounod il “ritratto” di san Francesco
«Sapete che ho smesso da tempo di comporre per il teatro, ma mi è appena passato per la mente un sogno: scrivere una sorta di dittico musicale, alla maniera degli antichi pittori, su San Francesco d'Assisi»: così Gounod scriveva all'amico Charles Gay il 6 dicembre 1890, entrando poi nel merito dell'ispirazione “figurativa” che lo ha guidato nella stesura dei due “quadri” in cui è strutturata l'opera. Il primo, introdotto da un preludio a mo' di inno gregoriano, ritrae una scena dai contorni mistici che descrive il dialogo con il Crocefisso e la conversione del Santo; il secondo ci porta sul suo letto di morte, circondato dai confratelli e accolto dal coro intonato dalle voci celesti. La musica è ricca di colori e sfumature timbriche, pervasa da un lirismo ascetico e trasognato; la Equilbey ne rende conto attraverso una “lettura” corretta e fluente, che stenta però a diventare vera e propria “interpretazione”.
Gounod
Saint François d'Assise
Orchestre de Chambre de Paris, Accentus, L. Equilbey
Naïve / Self-Tàlea. Euro 19.00