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WikiChiesa. Beati gli stranieri e chi li ascolta. Studenti si raccontano in video

Guido Mocellin venerdì 19 maggio 2023

«Vi siete inventati una beatitudine sugli stranieri che è molto bella». La teologa Marinella Perroni è in diretta YouTube per le premiazioni del IX concorso nazionale della sezione Bibbia e Scuola di Biblia, associazione laica di cultura biblica, indetto quest’anno sul tema «Stranieri». Quando tocca alle classi IV G, V G e V H dell’IPSIA “Corridoni” di Macerata, che hanno vinto il secondo premio tra le scuole superiori, non nasconde la sua ammirazione per il titolo del loro lavoro: “Gher. Beati gli stranieri, perché saranno riconosciuti”.

Bella la beatitudine e davvero bello, intenso, grave il video che la argomenta. Ne sono protagonisti gli studenti, molti dei quali stranieri essi stessi (come spesso accade negli istituti professionali). Ripresi in primo piano ma di spalle e di tre quarti di spalle, o fotografati

con indosso una maschera, a significare l’etichetta di “straniero”, rispondono a domande molto dirette su tale condizione; le sequenze sono alternate con scritte relative a tre termini biblici che, nell’Antico Testamento, si riferiscono ad altrettanti, differenti “stranieri”: “gher” (residente), “nokri” (di passaggio) e “zar” (lontano, diverso), ai quali le domande si ispirano. «Il pretesto del video è diventato la possibilità di dare voce a chi voce non ha o non pensa di averne», spiega in un post su “Re-blog” Giulia Merelli, insegnante di religione nonché attrice ed educatrice all’espressione teatrale, che ha guidato gli studenti in questo lavoro.

Partendo dal presupposto che «ci abita dentro un mistero che, fino in fondo, non smetteremo mai di conoscere, ho condotto ciascun ragazzo» a prendere coscienza che «non si incontra nessuno straniero se in primo luogo non si capisce che il primo straniero sono io stesso e che posso accogliere ogni parte di me, anche quella che non sopporto». Il percorso del video muove dal libro del Levitico (da cui provengono le tre definizioni di “straniero” esplorate) e approda a Gesù Cristo e alle Beatitudini, «descrizioni terapeutiche», scrive ancora Merelli «che danno valore a tutte le condizioni umane, anche le più difficili, perché ogni storia diventa beata quando viene ascoltata da chi ti vuole bene. Tutto diventa beato in un orizzonte di amore. La scuola dovrebbe costituire questo orizzonte...».