Nel sole di giugno
Ma, Luigi? Ancora non è arrivato. Il solito tiratardi, sarà al bar a bere il caffè.
La luce di giugno in Gallura è trionfante: quel giovane sole che scala lo Zenit e matura il mirto, e ne fa esalare il profumo.
Luigi non arriva. Dove sarà andato? Mi manca il suo avvicinarsi pigro, una seggiola pieghevole in braccio. La apre e ci si piazza sopra, come su un trono. Indossa una camicia hawaiana, rossa. Subito afferra il quotidiano di mio marito, lo apre, legge due titoli, ride, ridiamo, litighiamo, ridiamo di nuovo. Il giornale è già arruffato e pieno di sabbia. (Solo a Luigi mio marito concede questo scempio).
Ma, oggi tu non arrivi. Con questo grande sole, tu sei nel buio. Rivedo, incredula, la benna della ruspa che ruggendo riempiva la fossa di terra nera.
Non ci trascinerai più a scorticarci le gambe sulle rocce a picco sul mare, cercando un sentiero che non c'è. Tu non verrai, e io, sbalordita, non ci credo. Eppure, stando in silenzio… «Marina, senti questa: i Radicali dicono che…». Della tua voce è colma questa spiaggia.